Ogni immobile che ristrutturo è come se fosse mio…

Ho pensato di presentarmi direttamente in quanto se sei su questa pagina suppongo sia perché vuoi conoscere meglio la mia azienda.

E qual è il modo migliore, se non conoscere direttamente il titolare e un po’ della sua storia?

Partiamo col dire che nel settore delle ristrutturazioni sono “figlio d’arte”, nel senso che mio papà (Giuseppe) è muratore da una vita e – anche se involontariamente – è stato lui a trasmettermi questa passione. 

Spesso infatti lo accompagnavo in cantiere, anche se lui non voleva.

Sin da bambino i miei disegni raffiguravano sempre case e palazzi. Anche a scuola, mentre la maestra spiegava, spesso la mia mano “progettava” case sui fogli a righe o quadretti.

Dalla Campania, con la mia famiglia ci siamo trasferiti al Nord che avevo 11 anni, verso la metà degli anni ‘90.

Più crescevo e più malta, cemento, martelli e picconi mi facevano stare bene.

Guardare papà e i suoi colleghi muratori lavorare come pazzi per ridare nuove forme e nuova vita a quelle case mi emozionava.

La trasformazione tra il prima e dopo era per me qualcosa di magico.

Insomma, il mio “eden” è sempre stato il cantiere e il mio tempo libero lo passavo così: osservando, chiedendo e aiutando dove possibile per imparare.

Volevo fare quel mestiere!

Papà aveva capito prima di me che il suo lavoro aveva un forte ascendente su di me, tanto che iniziò presto a convincermi di studiare per non seguire le sue orme.

Fiato sprecato… 😊

Ricordo come fosse ieri il giorno in cui decisi di seguire la mia strada.

Era il mio quattordicesimo compleanno e, caso vuole che lo stesso giorno avessi anche l’esame orale di terza media.

Beh, appena dopo l’esame mi sono precipitato al municipio per fare il libretto di lavoro.

Per qualcuno fu un atto di ribellione verso mio padre, in realtà per me era semplicemente il lasciapassare per il mio futuro.

Non vedevo l’ora di poter iniziare a lavorare ufficialmente. E infatti il giorno dopo ero già in cantiere con lui.

Ho iniziato come garzone, facendo i lavori più umili, imparando il mestiere e le sue fatiche dalla base. In ogni attività che facevo ci vedevo un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo e in quegli anni ho acquisito molte competenze. 

All’inizio mi sono occupato quasi esclusivamente di carpenteria e calcestruzzo, per poi passare a tutte le opere murarie.

A 20 anni il cantiere non aveva più segreti per me, tanto che decisi di fare il salto e passare da dipendente ad artigiano, mettendomi “in proprio” con una mia attività.

Iniziai prendendo in subappalto i primi lavori anche come cottimista e riuscii a crearmi velocemente una certa fama, sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i clienti.

Avevo stretto collaborazioni con molte aziende ma una di queste, purtroppo, complice anche la crisi che ha colpito il settore immobiliare nel 2008, a un certo punto si trovò sommersa dai debiti e in quel momento anche io a causa di ciò mi trovai sull’orlo del fallimento.

Fu un periodo davvero difficile ma riuscii comunque a rimanere in piedi. 

Quello fu però il momento in cui decisi di smettere di prendere lavori in subappalto da altre aziende e prendere io direttamente gli appalti dai clienti privati.

In un momento così complicato per il settore delle costruzioni era necessario cercare nuove opportunità, per questo mi affacciai al mercato delle ristrutturazioni, che notai essere ricco di potenzialità.

Iniziai a strutturare la mia attività e grazie alle conoscenze che avevo non mi fu neanche difficile trovare i primi collaboratori che mi seguirono in questa nuova avventura.

Inutile dire che il passaparola di oggi allora era solo un lontano miraggio. Ci proponevamo per ristrutturazioni “piccole”, principalmente per bagni e cucine, e i primi clienti arrivarono grazie ai volantini pubblicitari che mettevamo nelle cassette della posta.

Con una certa dose di ironia ho chiesto anche a mio padre di unirsi a me nell’avventura, che accettò: nasce così CMG (acronimo di Conte Mario Giuseppe).

Fortunatamente il lavoro prese piede abbastanza velocemente. Aumentava il numero di richieste e al contempo aumentava anche la portata della richiesta. Da bagni e cucine, passai a progetti di ristrutturazione sempre più importanti, per intere abitazioni.

Fu così che nacque la mia formula “chiavi in mano” curando ogni aspetto del progetto, dalla progettazione alla consegna finale. E fu così che CMG iniziò a prendere le sembianze dell’azienda strutturata che è oggi.